La via dell'umiltà e della pazienza

I Verbi del Cuore

Cor-dialità


 Scrive san Paolo: “Siate sempre umili, cordiali, pazienti” (cfr Ef 4,2). A seconda delle varie traduzioni, la parola COR-dialità viene sostituita con altri due sinonimi: mansuetudine e dolcezza.
Sembrano parole d'altri tempi, 'demodé', che lasciano l'impressione di debolezza e di fragilità. A volte sembra di descrivere un Gesù eccessivamente sdolcinato quando lo accostiamo a questi termini, perché leggiamo la vita e la storia attuale dove la propria autoaffermazione non passa attraverso l'umiltà (o riconoscimento dei propri limiti) e la pazienza (o la pacificazione del cuore), ma attraverso l'orgoglio, la prepotenza, la superbia.
Eppure san Paolo riporta questi termini, applicandoli certa-mente alla figura di Cristo e annoverandoli come elementi fonda-mentali ed indispensabili per mantenere l'unità della fede (“Sopportandovi a vicenda nell'amore, avendo a cuore di conservare l'unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace”, Ef 4,2b-3).
Più che delle norme, questi sono dei suggerimenti pratici, semplici e indispensabili per una convivialità quotidiana serena e attiva allo stesso tempo. Perché ogni nostro impegno ha uno scopo: l'unità della vita cristiana. Di cui subito dopo enumera sette manifestazioni: un solo corpo, un solo spirito, una sola speranza, un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo, un solo Dio, Padre di tutti (cf 4,4-6). Lui è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti: sostenga il nostro umile e fedele impegno per l'unità; perché il mondo veda e creda!
Oltre ad essere umile e paziente, Gesù Cristo è stato l'uomo della COR-dialità, capace di accoglienza generosa e disinteressata verso tutti, senza preclusioni o pregiudizi, ma facendo spazio nel proprio cuore al destino di ogni uomo. 
Papa Francesco, nell'Esortazione Apostolica “Gaudete et exsultate”, ci ricorda che “la prima delle grandi caratteristiche della santità nel mondo attuale è rimanere centrati, saldi in Dio che ama e sostiene. A partire da questa fermezza interiore è possibile sopportare, sostenere le contrarietà, le vicissitudini della vita, e anche le aggressioni degli altri, le loro infedeltà e i loro difetti: «Se Dio è con noi, chi sarà contro di noi?» (Rom 8,31). Questo è fonte di pace che si esprime negli atteggiamenti di un santo. 
Sulla base di tale solidità interiore, la testimonianza di santità, nel nostro mondo accelerato, volubile e aggressivo, è fatta di pazienza e costanza nel bene. E’ la fedeltà dell’amore, perché chi si appoggia su Dio (pistis) può anche essere fedele davanti ai fratelli (pistós), non li abbandona nei momenti difficili, non si lascia trascinare dall’ansietà e rimane accanto agli altri anche quando questo non gli procura soddisfazioni immediate” (n.112).

 

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